Uomo e ambiente
Storia di un weekend all’insegna dell’educazione. Tema: uomo e ambiente.
Ho deciso di raccontarvi dello stage CEMEA – “Uomo e Ambiente” – a cui ho preso parte tra il 2 e il 5 giugno. Non fate quelle facce! So che sono passate settimane, ma ci è voluto un po’ per metabolizzare il tutto. Iniziamo dal comincio, che è meglio.
Momento ispirazione!
Cos’è “CEMEA”. Cito:
“Centri di Esercitazione ai Metodi dell’Educazione Attiva […] sostengono la centralità dell’azione educativa per l’evoluzione della società e partecipano attivamente alla sua trasformazione, impegnandosi attraverso l’associazionismo e la cooperazione sociale. Inscrivono la propria azione nelle correnti di pensiero ispirate all’internazionalismo e alla non violenza, nella tradizione libertaria e democratica, senza uno specifico riferimento di appartenenza partitica…”
La loro azione poggia su dieci pilastri fondamentali:
- il principio del rispetto
- la crescita delle persone
- le attività, ovvero, le esperienze di senso
- la motivazione ad apprendere
- la formazione integrata della persona
- il rapporto fra dimensione cognitiva, affettiva ed esistenziale
- un ambiente per la formazione
- la laicità
- la relazione, la socievolezza e la convivenza
- l’educazione permanente e diffusa
Li lascio qua. (Sul sito della federazione CEMEA ne trovate la descrizione dettagliata )
~~ La cosa stageosa ~~
Un bel giorno mi sono alzato ed ho deciso di iscrivermi a questo stage. Perché ho deciso di partire in un periodo così pieno di impegni?! Beh, perché no!? Il lavoro della tesi è da completare, gli esami da finire, l’antico vaso da portare in salvo, a pranzo un panino al volo… Una pausa ci stava tutta. Nessun piano, si va e basta.
Il dove è la casa del CEMEA del Lazio ad Oriolo Romano (VT): una splendida struttura adibita a sede per centri estivi, per campi scuola e luogo di formazione.
Gran posto!
Il pomeriggio dell’arrivo – Dopo un po’ di riscaldamento, siamo accolti da una attività manuale! – Non aspettavo altro!! – In un piccolo gruppo, che poi sarebbe stato quello dei miei compagni di viaggio per tutta la durata del weekend, abbiamo costruito un acquaterrario…
Che poi è un terrario, ma con una vaschetta per le tartarughe.
Domanda delle domande: che ci si fa con un cosoterrario in un weekend di formazione per giovani marmotte? Ehm, educatori… Beh, ovvio! Si va alla ricerca di animaletti ed insetti vari e li si porta per qualche giorno in un lussuosissimo hotel con le pareti in vetro. Che domande! La curiosità e la ricerca sono tutto, pure lontani anni luce dal laboratorio.
Con questa cosa bellissima si conclude la prima giornata. Cena e poi… “Veglia!“.
Le veglie “stile Cemea” consistono in un’oretta di balli, canti e vari tipi di giochi di gruppo. Si sta insieme, si ride e si scaricano le fatiche della giornata. Sì, avete letto bene. Si balla. Anzi per la precisione si sta in cerchio, si ride, si scherza, si inciampa qualche volta, ma alla fine la musica continua e ti porta con tutto il cerchio dove vuole. Poi si canta.
Io ho ballato. Ho anche cantato.
Peccato, non ne esistono prove fotografiche. Muahahah
Mattina del secondo giorno – Si va in esplorazione del Parco della Mola. Un vecchio mulino, il sistema di chiuse che lo alimentavano, un piccolo laghetto ed una cascatella artificiale. Un angolo di paradiso.
Si sa, gli esploratori vanno, ma non sanno mai cosa potrebbero trovare: le consegne ci invitavano a guardare più a fondo… Cercando, avremmo trovato luoghi misteriosi…
L'uscita di una grotta
Così, con l’attività che stimolava la nostra curiosità e un pizzico di intraprendenza, i vari gruppi hanno iniziato a vagare ed esplorare. Alcuni conoscevano il posto ed hanno solo gironzolato; altri hanno raccolto piante e girini per l’acquaterrario; altri ancora hanno fatto da guida in un terreno familiare portando gli stranieri come me in luoghi meravigliosi e un po’ più nascosti…
Albero dei desideri. Una meraviglia!
Pomeriggio del secondo giorno – Colline e campi. Tema: osservare e leggere un paesaggio. Innanzitutto dovevamo disegnare, poi confrontare i nostri punti di vista, ed infine provare ad ipotizzare cosa potesse raccontarci il paesaggio che vedevamo.
Nuvole e rotoballe
Che bello disegnare, chiacchierare, ipotizzare cos… Uuuuu, ma guarda il biondino come si diverte… [il biondino è un allegro, giovanissimo, partecipante che, con la sua mamma, faceva parte del mio gruppo] Scusatemi… Ehm, un attimo solo… Il biondino era alle prese con una grossa rotoballa (vera star di questa giornata) e io non ho potuto fare a meno di unirmi a lui. Ne è nata una bischerata che… rotolaaaaaa!!! Ahahahahah. Uno spasso.
Serietà da educatore
La sera veglia e altri giochi. Tutto regolare, altra giornata volata via.
Mattina del terzo giorno – Seconda giornata di esplorazioni. Questa volta presso l’antico borgo di Monterano, cittadina abbandonata all’inizio dell’ottocento in cui sono stratificati millenni di storia: dalle tombe etrusche fino ad arrivare al grande palazzo ducale che domina le rovine con la sua fontana del Bernini…
Fontana del Bernini sulla facciata del palazzo ducale di Monterano
…passando per la splendida chiesa che per me è semplicemente “quella del Marchese del Grillo“…
La chiesa di San Bonaventura a Monterano
Tante cose da scoprire e due grandi missioni: provare a ricostruirne la storia ed immaginare come possa essere valorizzato questo luogo.
Pomeriggio del terzo giorno – Si continua ad esplorare presso la cascata di Diosilla. Completamente immersi nella natura ci siamo lasciati trasportare dai suoni, dagli odori e dai colori del bosco. Tutto intorno a noi una natura rigogliosa dove l’uomo ha tracciato sentieri profondi ed una antica miniera di ferro. Rilassante, quasi zen…
Le cascate Diosilla.
Peccato che con questa immersione nel bosco, di fatto, si sia concluso anche lo stage. Mancava solo una cosa: il confronto delle esperienze!
NB. Questa è una riflessione che non appartiene solo agli ultimi momenti dello stage. In realtà una sana tradizione CEMEA prevede che ogni attività sia seguita da un momento di riflessione e di condivisione. In sostanza questo è un pensiero vivo che è germogliato il giovedì, è sbocciato durante lo stage e maturato mentre tornavo a casa.
Il confronto orizzontale non è una discussione in cui tutti stanno sdraiati e dormono
~~ Riflessione time ~~
Una delle cose che più mi affascina dello stile CEMEA è l’impostazione assolutamente orizzontale della formazione. L’avevo già sperimentata in altri momenti e ritrovarla dopo tanto tempo è stato rigenerante. Mi spiego…
Fin dalle prime battute di questo stage è capitato che le discussioni vertessero sull’impostazione generale dello stage: perché e come ci venivano proposte certe cose. Alcuni (tipo me) non avevano aspettative particolari, altri – soprattutto chi di CEMEA ne mastica molto di più – si sono fatti, e hanno fatto, un bel po’ di domande sul perché durante le attività non venissero date informazioni o dritte, che ne so, per leggere il paesaggio…
Bella domanda
Questa è stata la cosa migliore che potesse capitare – in realtà “scontri” di questo tipo capitano ad ogni stage – perché ha permesso ad entrambe le parti di approfondire nel personale e di conoscersi reciprocamente. La stessa equipe di formatori ha avuto così l’occasione di rendere sempre più concreto, chiaro e definito il pensiero che volevano trasmetterci.
Così, dopo giorni di confronti, è emerso che un’ azione che voglia essere educativa, soprattutto rispetto ad argomenti complessi (es. quelli ambientali e scientifici) deve partire dalla presa di coscienza di due aspetti fondamentali: ogni processo di scoperta è faticoso e frustrante; l’ onniscienza non esiste.
Boom!
Questi sentimenti, se usati bene, possono però essere carburante inesauribile per un’azione educativa efficace. Il metodo diviene indipendente dall’argomento, che rimane una “semplice” coreografia.
Non serve che vi dica quanto mi sia innamorato di questa idea. Un’ azione educativa, anche nella scienza, che non veda oggetti o nozioni come scopi, ma come mezzi per generare curiosità e meraviglia è proprio quello che vorrei perseguire. Mi sono sentito davvero…
(s)conclusioni. La parte più difficile degli stage ad Oriolo è sempre tornare a casa. Tra le cose che ho deciso di portarmi via c’è questo elenco con cui abbiamo sintetizzato i giorni passati insieme:
- serenità
- consapevolezza
- comunità
- distensione
- relazione
- godimento
Scusate se è poco…
Ci leggiamo la prossima puntata…
Ps le foto della grotta, della fontana e della chiesa sono frutto dell’occhio di Stefano Castello
APPROFONDIMENTI
Monterano (Lazio Nascosto ) Chiesa di San Bonaventura (Italia Virtual Tour ) FIT CEMEA (Sito ) Questo Stage faceva parte del percorso LUDEA del CEMEA (Info )